V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Eroe |
Inserito il - 25/11/2014 : 13:59:57 La mia esperienza nel naturismo come Donna e Femminista.
“Ma con gli uomini fastidiosi?” E’ la domanda che mi sento fare più spesso sia da uomini che da donne quando dico che lavoro in un villaggio vacanze naturista. Di solito rispondo che se lavorassi in uno Starbuks potrei subire dagli uomini altrettante noie, e probabilmente di più. Sì, di tanto in tanto capita che qualcuno, quasi mai una donna, con gesti o commenti mi faccia sentire molto a disagio con il mio corpo. Ma, nella mia esperienza, capita meno quando sono al lavoro che per strada. Per esempio, dopo uno dei miei primi periodi di lavoro al villaggio vacanze, sono tornata a casa nel mio quartiere nel centro di Toronto, e mentre andavo a piedi al supermercato, non una ma ben due volte in un tragitto di venti minuti, gli uomini a bordo delle auto che passavano di lì hanno sporto la testa fuori dal finestrino per rivolgermi fastidiosi apprezzamenti. Indossavo dei pantaloncini molto corti, e mi sono sentita a disagio. In quella stessa occasione altri mi hanno guardato con insistenza, e ho incominciato a credere che mi si fosse attaccato qualcosa al sedere. E invece no: solo una donna in pantaloncini che mostrava le gambe. A dire il vero, quando sono tornata a casa ho chiesto a mio marito se ero troppo grassa per mettermi quei pantaloncini. Forse era per quello che tutti mi guardavano? Potrei dire che questo mi faceva sentire come se fossi “nuda”, ma in realtà mi faceva sentire vulnerabile. Quando sono veramente nuda, non ho mai così vergogna, non mi sento esposta, o alla mercé di altri. Quando sono al lavoro e capita qualcosa di spiacevole non provo mai vergogna. Ho la certezza che è l’altra persona a comportarsi come non deve e che io non ho fatto nulla di male. Un altro mi sta importunando. Ed’è strano che io non abbia questa sensazione nel mondo “tessile”, vero? Nel mondo tessile mi devo chiedere cosa io abbia fatto per favorire questo comportamento. Nell’episodio che ho riferito qui sopra dicevo che indossavo pantaloncini molto corti. Per questo è colpa mia se sono stata importunata? Questo significa che meritavo di essere messa a disagio? Spero proprio di no, ma alla fine è quello che pensano in tanti. Cerco di pensare sempre il meglio delle persone, e per ciò credo che non si aspettassero che mi ritrovassi per l’ansia in un lago di sudore a chiedermi se stessi facendo qualcosa di male o a convincermi che mi ero messa da sola in una situazione pericolosa. Credo che nel momento in cui agiscono così con una donna non si rendono mai conto che lei potrebbe chiedersi: “Mi sto andando a cercare io una violenza?” Perché, di fatto, nessuna donna si va a cercare una violenza. Lo sappiamo tutti, no? Ma è stato così inculcato in molte delle nostre teste che il modo in cui vestiamo e come ci comportiamo potrebbe indurre episodi di violenza, e così il fatto che qualcuno ci dimostri troppa attenzione può anche farci piombare in una spirale di angoscia. Perché sappiamo bene certe cose, e avremmo dovuto saperle meglio. E la molestia verbale è solo uno dei problemi. Poi c’è chi crede di doversi avvicinare e toccare. Quest’estate il World Pride si è tenuto a Toronto, e io ero in città a godermi la sfilata e la folla passeggiando per Church Street; ho pensato che faceva così caldo da potermi togliere il top. Stare a seno nudo è legale in Ontario, e faceva terribilmente caldo, non per modo di dire. Non avevo mai approfittato di questa legge prima di allora, e cercavo nervosamente di trovare il coraggio per decidermi a rimanere a seno nudo; eravamo in Church Street dopo tutto, e tantissimi uomini giravano completamente nudi. Ma prima che trovassi il coraggio, un ragazzo che mi camminava accanto nella direzione opposta con i suoi amici mi disse: “Yeah, baby” e mi diede una pacca sul sedere quando mi passò vicino. Rimasi scioccata dal fatto che una cosa così sconveniente potesse capitare mentre per la strada si respirava una atmosfera così bella. Mi allontanai, fulminandolo con lo sguardo. Lui si mise a ridere, alzò le mani come a dire “stai tranquilla” e se ne andò. Rimasi lì per un attimo in preda alla rabbia, cercando qualcuno con il quale lamentarmi. Quel tipo mi aveva grezzamente toccato per la strada; aveva voglia di toccare il mio corpo. Ma perché? Mi trovava attraente? Dunque mi aveva trasformato in un oggetto sessuale, un vero e proprio oggetto che poteva toccare quando ne aveva voglia perché mi trovava sexy. Inutile dire che dopo quell’episodio non ho trovato il coraggio di togliermi il top. Ma al lavoro non mi è mai capitato di essere toccata in modo improprio. Il solo pensiero che qualcuno possa arrivare a tanto mi sembra incredibile. Prima di tutto, ci si porrebbero delle domande già se qualcuno mostrasse dei comportamenti inappropriati rimanendo a debita distanza, e lo si affronterebbe immediatamente. E se qualcuno arrivasse al punto di toccare qualcun altro contro la sua volontà, beh, diciamo che verrebbe fuori un gran casino. Il colpevole si troverebbe di fronte all’intero villaggio indignato, e si renderebbe subito conto di avere fatto qualcosa che non doveva. Si troverebbe dalla parte sbagliata. Al lavoro non mi sento quasi mai oggetto di attenzioni sessuali e non mi trovo quasi mai ad essere tesa al pensiero che qualcuno stia parlando con me per tentare un approccio. Non mi chiedo mai se sono grassa. Non mi chiedo mai se qualcuno sta giudicando il mio corpo. La moda non conta. Sono accettata da tutti gli altri con la mia pelle nuda e appaio per quello che sono. Mi trovo meglio a parlare con le persone senza vestiti addosso. Mi sento più accettata e capace di accettare gli altri. Tutto è alla luce del sole, e chiunque voglia farsi una qualche idea di me deve solo ascoltare le mie parole. Certe donne credono di non potere uscire di casa senza trucco. La maggior parte di noi ammetterebbe che questo deriva dalla cultura che obbliga le donne ad essere sempre attraenti e affascinanti. Ho smesso di truccarmi quando avevo 21 anni. Mi ero resa conto che liquidi, creme e polveri mi stavano facendo impazzire e non riuscivo a farmi piacere questa roba. Me la metto ancora, di tanto in tanto, per una sera fuori, o un colloquio di lavoro, o a volte prima di entrare nella doccia, perché è divertente. Ma non considero questo come parte della mia vita quotidiana e non credo che varrebbe la pena dedicarci tutto quel tempo ogni giorno. Questa è la mia idea, ma non è così per tutte. Io vedo allo stesso modo il fatto di togliersi I vestiti. Nella misura in cui i nostri abiti possono dire molto di noi, io mi preoccupo spesso che i miei abiti non dicano quello che io vorrei che dicessero. Non mi trovo a mio agio con la moda. In certe situazioni penso con angoscia a cosa mettermi o se quello che ho addosso è adatto o meno. Togliermi i vestiti può essere come togliermi il trucco. Come rifiutare il gioco di dovere sembrare bella per fare piacere agli altri. Questo è il mio corpo. Questo è il mio aspetto, tenetevelo. Io sto bene con il mio corpo, e ho lavorato sodo per sentirmi così dimenticando anni di dilemmi da adolescente. Sto meglio nuda che con gli scomodi vestiti che sono diventati troppo grandi o troppo piccoli perché il mio corpo è cambiato, come accadeva con l’abbigliamento che potevo permettermi con i mezzi da studente. Non capisco proprio cosa abbia di così offensivo il mio corpo. Giusto il fatto di essere un corpo. Trovo nel naturismo un’espressione del femminismo. Ci vedo uguaglianza, un contesto dove non sono obbligata ad apparire come appare nessun altro, perché è ovvio, quando si parla di pelle nuda, che siamo l’uno diverso dall’altro, e che è inutile fare confronti. Ho trovato un ambiente nel quale la mercificazione e la molestia sessuale non sono tollerate, dove le persone si preoccupano le une del benessere delle altre e rispettano l’individualità di ciascuno. Questi sono valori che non mi sarei aspettata di trovare nel naturismo, e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Quando allentiamo per un attimo il nodo della sessualizzazione obbligatoria, ne possono derivare belle esperienze. Articolo tradotto da Vittorio Cucchi
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Fede |
Inserito il - 26/11/2014 : 09:51:52 Bellissimo articolo! Grazie Eroe! Mi pare che emerga la grande differenza di sensibilità che esiste tra le donne e gli uomini. Abbiamo il potere di cambiare noi stessi ed essere coesi nei nostri ideali, in modo da raggiungere la cosiddetta massa critica, cioè quel numero di individui minimo che riesce a cambiare il campo morfogenetico introno a se, e di conseguenza riesce a cambiare le prospettive dell'ambiente sociale. |
ioeclary |
Inserito il - 25/11/2014 : 20:11:39 Maschi femmine, non ho mai sentito questa differenza anche se forse esiste.Gli schemi rigidi saranno duri a morire, l'arma che possediamo, essere noi stessi coinvolgendo serenamente le persone attorno a noi al naturismo. Se noi che ci svestiamo abbiamo una marcia in più, spetta a noi educare stimolare gli altri. |
effelello2009 |
Inserito il - 25/11/2014 : 20:02:24 | a_fenice ha scritto:
pubblicato nel giorno di oggi, col suo significato perticolare, è un bel regalo che ci hai fatto, eroe.
Spesso diciamo che i nudisti sono come i tessili, buoni e cattivi non si differenziano per una mutanda, ma dobbiamo convenire, e l'amica ce lo conferma, che il nudista in queste cose ha di base una marcia in più. Non tutti, è locigo e naturale, ma almeno per ciò che riuarda il rispetto, la violenza, è potenzialmente in grado di applicarla lo stesso, ma di norma è più rispettoso delle altrui diversità, e rispettoso dell'essere donna.
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Condividiamo in pieno quanto scritto da Eroe e Fenice e che sia stato postato oggi dà un significato aggiuntivo alle sue parole! Grazie! franci + leo |
Eroe |
Inserito il - 25/11/2014 : 18:40:55 La pratica nudista se vissuta con serenità, e non per soddisfare propri piaceri o devianze, alla lunga aiuta a riflettere e riflettere avvicina a quei principi di rispetto per gli altri viventi e per la natura credo sia inevitabile. Gli psicologi dovrebbero prescriverla come terapia per superare l'egocentrismo, per aiutare l'accettazione del proprio ed altrui corpo, per attenuare comportamenti tendenti ad essere violenti e probabilmente per altre problematiche che affliggono tanti.
Grazie Fenice ... pubblicato oggi (giornata contro la violenza alle donne) per pura coincidenza. |
a_fenice |
Inserito il - 25/11/2014 : 17:40:54 pubblicato nel giorno di oggi, col suo significato perticolare, è un bel regalo che ci hai fatto, eroe.
Spesso diciamo che i nudisti sono come i tessili, buoni e cattivi non si differenziano per una mutanda, ma dobbiamo convenire, e l'amica ce lo conferma, che il nudista in queste cose ha di base una marcia in più. Non tutti, è locigo e naturale, ma almeno per ciò che riuarda il rispetto, la violenza, è potenzialmente in grado di applicarla lo stesso, ma di norma è più rispettoso delle altrui diversità, e rispettoso dell'essere donna. |
dingopino |
Inserito il - 25/11/2014 : 16:49:27 Un bel articolo, grazie |
Eroe |
Inserito il - 25/11/2014 : 15:38:55 | siman ha scritto:
Bell'articolo.
Nonostante questo e approfittando della giornata dedicata, son del parere che le donne, più che diventare naturiste, dovrebbero avere il diritto ad essere serene e rispettate.
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Concordo ... comunque sereni e rispettati, nei limiti del possibile, dovrebbero essere tutti i viventi ed anche il pianeta che ci ospita. |
siman |
Inserito il - 25/11/2014 : 15:25:29 Bell'articolo.
Nonostante questo e approfittando della giornata dedicata, son del parere che le donne, più che diventare naturiste, dovrebbero avere il diritto ad essere serene e rispettate.
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itaindo |
Inserito il - 25/11/2014 : 15:22:05 anche se si parla di un villaggio...Il discorso e' quello di ottenere un cambiamento culturale,in Italia in particolare, tale da poter fare un blog simile riferito pero' a luoghi pubblici |
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