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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
robi nood Inserito il - 20/12/2009 : 17:27:55
Nel film di Sergio Rubini, l’uomo nero, adesso nelle sale, c’è una bella scena ambientata in un paesino della Puglia di qualche decennio addietro.
Il protagonista bambino esce per incontrare gli amichetti e, appena varcata la soglia di casa, fuori dalla vista dei genitori, si toglie scarpe e calze e si unisce al gruppo di scalzisti in erba per una mezza giornata di marachelle.
La scena è davvero godibile: i fanciulli trascorrono dei bei momenti di gioco e libertà, fino a combinarne una (non starò a svelare tutto) per la quale il protagonista viene ricondotto ai genitori.
La reazione è più o meno questa: ”Ma insomma!? Anche scalzo?!”, come se si trattasse di un delitto.

15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
alex65 Inserito il - 11/01/2010 : 10:51:59
robi nood ha scritto:

Approfitto di questo topic per mostrare a tutto il forum i biglietti di auguri natalizi che ho ricevuto da Alex65, che ha approfittato dell'occasione per ribadire la sua teoria sugli effetti deleteri del calzare scarpe chiuse.

Spero che l'odore dei biglietti non si sia rovinato durante la spedizione.

Da notare che i batteri responsabili di disagi quali il piede d'atleta sono gli stessi che si utilizzano per il formaggio.
Quando avevo scarpe e calze il mio piede infatti era molto simile alla prima foto.

La seconda foto invece l'ho fatta in estate dopo aver camminato scalzo sull'asfalto a mezzogiorno

robi nood Inserito il - 11/01/2010 : 10:47:35
Approfitto di questo topic per mostrare a tutto il forum i biglietti di auguri natalizi che ho ricevuto da Alex65, che ha approfittato dell'occasione per ribadire la sua teoria sugli effetti deleteri del calzare scarpe chiuse.











alex65 Inserito il - 23/12/2009 : 12:59:04
Koala ha scritto:

Credo alex, che ormai i tuoi piedi siano abituati a certe temperature e percorsi. Ho letto da qualche parte che a forza di camminare scalzi in terreni sconnessi, si crei una specie di strato di pelle callosa che protegge il piede....

Suvvia, questi complimenti mi confondono.
In sandali sempre, ma scalzo non e' che vado in giro molto (a parte a casa e in giardino dove le calzature sono vietate).

La mia impressione e' che non sia tanto l'andare scalzi o in sandali che indurisce la pelle del piede quando l'andare calzati che la rende morbida. Calze, calzini e calzettoni infatti mantengono il piede sempre umido e la pelle risulta ammorbidita dal suo stesso sudore.

Infatti gia' vivendo in sandali, che di fatto eliminano il sudore ma non sollecitano il piede dal punto di vista meccanico piu' di tanto, la pelle si irrobustisce.


L'affermazione

si crei una specie di strato di pelle callosa che protegge il piede....

sembra ovvia ma non corrisponde al vero.
Anzi, di calli non ne ho dato che non ho scarpe che me li possono far venire.
Forse ho un po' di pelle secca attorno al tallone (quella che si leva con la pietra pomice, per intenderci), ma mia moglie, calzatissima,
ne ha anche piu' di me.

Credo sia piu' esatto dire che la pelle del piede si irrobustisce, e basta

a_fenice Inserito il - 22/12/2009 : 22:58:42
alex65 alias novello S. Francesco..............

quais quasi ti invidio, anche se pian piano sto percorrendo i tuoi passi. Sono stato a piedi nudi nella grotta del giaccio, al Belvedere, sotto i miei piedi una marea di ghiaccio tritato e..... per un po non ho sentito nulla.....per un po, poi......
robi nood Inserito il - 22/12/2009 : 22:40:42
Comunque ho deciso di provare. Sei stato così convincente che mi sono attrezzato per avventurarmi a piedi sulla neve.
Porterò con me giusto l'indispensabile...




robi nood Inserito il - 22/12/2009 : 19:47:30
alex65 ha scritto:

Non sono mai stato per piu' di 10 minuti scalzo sulla neve, non ne ho avuto l'occasione. Ma non e' stato cosi' doloroso.
Direi che era molto ma molto piu' sopportabile che 10 minuti a 90 gradi in una sauna.


Touché!
Koala Inserito il - 22/12/2009 : 18:46:41
Credo alex, che ormai i tuoi piedi siano abituati a certe temperature e percorsi. Ho letto da qualche parte che a forza di camminare scalzi in terreni sconnessi, si crei una specie di strato di pelle callosa che protegge il piede....
alex65 Inserito il - 22/12/2009 : 18:03:59
Qui il discorso e' complesso. E quando i discorsi si fanno complessi allora i complessi iniziano a suonare.

"A me sembra che il camminare a piedi nudi sulla neve rimanga quello che sembra a prima vista: una cosa che non s’ha da fare!"

In realta' non e' mica tanto fredda la neve. Quante volte si gioca con la neve a mani nude. Eppure le mani sono molto piu' freddolose dei piedi che sono fatti per resistere molto meglio al freddo.

Quello a cui sotto sotto non si e' per nulla abituati (io si, gli altri no) e ad avere sensazioni ai piedi.
Quando ci si leva il costume per la prima volta all'aperto, anche se ci sono 40 gradi la prima cosa che si sente e' la sensazione del vento e sembra quasi freddo. Ovviamente non e' freddo, e' che non eravamo abituati ad avere alcuna sensazione da quelle parti del corpo.

Io sono sempre in sandali, anche con 5 sotto zero. Freddo? no! o meglio, ne' piu' ne meno (anzi, un po' meno) che alle mani.
Quello che impressiona le persone e il fatto di sentire aria sui piedi. Ma non e' freddo quello.

Anzi, ormai abituato ad avere sensazioni tattili dai miei piedi, mettermi calze e scarpe mi da la stessa (orribile) sensazione di mettermi i guanti. Se devo sciare, ok, se devo andare in bici al freddo, ok. Ma non uso mai i guanti normalmente, e allora perche' i calzini?


Detto cio' passiamo alla neve...
Non sono mai stato per piu' di 10 minuti scalzo sulla neve, non ne ho avuto l'occasione. Ma non e' stato cosi' doloroso.
Direi che era molto ma molto piu' sopportabile che 10 minuti a 90 gradi in una sauna.

E poi, era anche gratis!



robi nood Inserito il - 22/12/2009 : 10:44:21
Eh no, caro Alex. Ci vuoi convincere che si tratti di un’esperienza positiva, del riappropriarsi di percezioni sensoriali smarrite, ma io non ci casco.
Ho visitato il sito del Comune di Roncobello e ho letto il rimando alla Campagna di Russia. Meno male che si è avvertiti del ”relativo maggiore aderimento della neve al piede che è quello più micidiale, che crea un senso maggiore di dolore che attanaglia le caviglie, così per lo meno si sa a cosa si vada incontro.
A me sembra che il camminare a piedi nudi sulla neve rimanga quello che sembra a prima vista: una cosa che non s’ha da fare!

Anche le preoccupazioni pedagogiche secondo me risultano sproporzionate: per conoscere una cosa non bisogna necessariamente provarla.
È un po’ come ammettere che l’unico modo per conoscere sia scottarsi (“Vieni Pierino, che oggi approfondiamo il concetto di incandescente!”).

alex65 Inserito il - 22/12/2009 : 08:58:40
Sentire quel rumore ovattato "pof... pof" mentre si cammina e sentire la neve che passa tra le dita dei piedi...
Se non lo avete mai provato perdete qualcosa
robi nood Inserito il - 22/12/2009 : 00:05:20
Noto che abbiamo imboccato una rapida china autolesionistica.
E io che avevo pensato che Mino Damato fosse uno stravagante!
alex65 Inserito il - 21/12/2009 : 23:12:30
Grazie Emilio per la segnalazione prontamente inoltrata al sito degli scalzisto a cui sono iscritto.

A proposito. Con questa bella neve soffice chi ne ha approfittato per fare una passeggiata scalzo?
alex65 Inserito il - 21/12/2009 : 15:32:38
”Ma insomma!? Anche scalzo?!”

Sante parole!
Emidio.B. Inserito il - 21/12/2009 : 15:32:36
A proposito di scalzismo...

Dall'HomePage del comune di Roncobello in alta valle Brembana:

1° TROFEO del CORAGGIO - CORSA A PIEDI SULLA NEVE - Sabato 2 Gennaio 2010
100 Mila Emozioni di Ghiaccio per avanzare nella vita (chi non se la sente, potrà effettuare il percorso con le scarpe o le ciaspole)

Quando ho avuto l’idea (Maurizio l'ideatore) di fare una corsa a piedi nudi sulla neve non avrei mai pensato di essere qui a scrivere questa esperienza / proposta. Quello che sentivo era fare una corsa sulla neve per cercare di capire come avessero fatto i nostri soldati a venirne fuori dal gelo, da quella tragedia della ritirata dalla Campagna di Russia iniziata il 16 Gennaio del 1943. “Cosa avranno provato? Come avranno fatto a superare tanto freddo?” Domande che mi hanno spinto a provare: feci cinque chilometri sulla neve battuta a piedi scalzi. Poi, sentivo come se una forza mi spingeva ad andare avanti. Chissà, forse lo spirito di tante persone che non hanno avuto voce, non hanno potuto raccontare tutto il loro dolore, la loro sofferenza, la loro agonia; congelata anch’essa in quella distesa di neve e morte.

Ora sono qui a parlarvi di quello che ho organizzato e in parte già vissuto e fatto vivere.

Forse vi sembrerà una cosa strana, da matti: ma ogni cosa ha per me un senso. Spero che voi che mi state leggendo potrete lasciarvi andare, coinvolgervi in questa esperienza e capirne il senso anche per voi. Il correre è anche il contatto con la terra, con la natura, con noi stessi, prendere energia dal suolo. Ed è anche questo il significato di questa corsa. Ritrovare il contatto con le nostre sensazioni fisiche, il freddo della neve a contatto con i nostri piedi, ma anche far emergere le sensazioni e i sentimenti più profondi che ognuno di noi vive. Prenderci un po di tempo da dedicare anche a loro. Alcune persone mi hanno obiettato che il rischio è quello di riaprire ferite passate.

Se sono ferite passate e rimarginate non dovrebbero più dar grossi ‘fastidi’, se non sono rimarginate è il caso di prendersene cura. E’ un po’ come la nostra macchina, se ci segnala qualcosa con qualche spia luminosa sul cruscotto, non è per lasciarci in strada, ma proprio per far si che ci occupiamo subito ‘dell’anomalia’ evitando così di lasciar fermare la macchina.

A presto! Maurizio

SIGNIFICATO

Un’esperienza che prende spunto dall’episodio della Ritirata dalla Campagna di Russia per attraversarci il corpo con l’emozione di correre sulla neve ghiacciata così come tanti soldati italiani hanno dovuto fare i conti con il gelo russo nella lunga e dolorosa ritirata.

Con questa corsa si vuole far emergere questo aspetto dell’uomo, la vita, la vitalità, l’energia che c’è in ogni uomo al donare quando è in contatto con i suoi valori interiori, profondi. E’ questo il significato anche del correre a piedi nudi sulla neve: essere in contatto con le proprie emozioni, stimolare il contatto (in questo caso materiale la neve) per cercare di comprendere le proprie sensazioni, emozioni, valori, bisogni.

“Non chiedetevi di cosa il mondo ha bisogno, chiedetevi invece cosa vi rende vivi, poi mettetelo in pratica, perché ciò di cui il mondo ha bisogno, sono persone vive” Harold Whitman

Una corsa che cerca di unire l’evento sportivo, la corsa, con un fatto storico, la memoria unito a quello culturale; il cercare di capire le ragioni che hanno portato alla guerra e che portano ancora oggi a tante guerre e violenze. E’ un passo verso la pace, è un cercare di camminare concretamente verso la pace, con gli altri e con se stesso. E’ simbolicamente anche partecipare alla Marcia Mondiale Per La Pace e la Non Violenza che terminerà proprio il 2 Gennaio 2010 sulla Cordigliera delle Ande. www.marciamondiale.org

I partecipanti avranno quindi l’opportunità di poter fare un percorso esperienziale sulla propria pelle, non solo fisico, la corsa, ma anche emozionale con i momenti proposti, prima e dopo la corsa, ad esempio il laboratorio sulla gestione dei conflitti.

L’essenza della vita umana è quella di donare, di contribuire alla gioia reciproca. Allora perché si sente sempre dire che la violenza è nella natura dell’uomo? Noi siamo stati educati alla violenza o al rispetto reciproco? “Lo scopriremo vivendo” l’esperienza proposta

INFORMAZIONI per chi non ha mai corso a piedi nudi sulla neve

Questa corsa è stata pensata con il riferimento alla ritirata dalla Campagna di Russia, ma questo si adatta molto bene anche al cercare di predisporre una corsa cercando di agevolare le persone per poter fare questa esperienza.

Ci sarà un riscaldamento particolare ai piedi prima della partenza.

Lungo il percorso saranno previste delle piazzole con tessuto steso per dare la possibilità per chi lo desidera, di avere un lieve conforto appoggiando i piedi.

Dal luogo del ritrovo alla partenza, sarà predisposto un corridoio tutto in tessuto.

La neve sarà molto battuta per evitare lo sprofondamento dei piedi e quindi il relativo maggiore aderimento della neve al piede che è quello più micidiale, che crea un senso maggiore di dolore che attanaglia le caviglie. Quindi non lasciate il percorso battuto. Se si corre con discreta velocità il freddo è sopportabile e per quanto riguarda l’aderenza alla neve, sarà utile non fare passi molto lunghi. Il percorso sarà valutato attentamente per cercare di evitare ogni situazione di pericolo.

COSTI

L’iscrizione sarà effettuata previo telefonata con l’adesione del nome senza l’utilizzo del denaro come mediatore. Non ci saranno costi.

SPONSOR

Camminare la: sofferenza, il dolore, la solitudine, la forza, il coraggio, la memoria, la fatica, la determinazione, la speranza, l’ascolto, la paura, la riservatezza, l’abbandono, il tradimento, la generosità, il silenzio, la natura, l’emozioni, la mente, il pensiero, la morte, la nascita, la serenità, la vita, la rinascita. ecc.

Non ci sarà nessun tipo di sponsorizzazione, per rispetto ai tanti soldati che hanno fatto quella ‘corsa’ di ripiegamento, di ritirata’, in mezzo alla solitudine, al vuoto e non ci saranno soldi a far da intermediario alla manifestazione. Questo per ribadire l’essenza della vita dell’uomo fatta di generosità, del piacere di contribuire alla gioia dell’altro e nel contempo essere felice lui. Per ogni cosa che verrà proposta e fatta, non ci sarà il denaro come mediatore tra noi e l’altro.

Davide, partecipante all’esperienza della semina della patata:” …Tale esperienza mi ricorda anche mio padre che, durante la prigionia in Germania nella seconda guerra mondiale, è sopravvissuto per un po’ di tempo mangiando solo patate, altrimenti non sarei qui. Ciò grazie alla generosità di alcune persone tedesche che hanno offerto questo cibo a parecchi soldati italiani. Per questo motivo è bello ricordare qui questo gesto di solidarietà umana, è bello che questo continui, che la generosità prosegua, si tramandi”.

Generosità, mi piace questo termine, rispecchia anche una parte di questa manifestazione, del mio essere generoso con la proposta di queste esperienze, nell’offrire e rendere disponibile le mie conoscenze. La speranza è che ci sia anche generosità in voi che state leggendo e a quanti spero partecipino all’esperienza e all’organizzazione. A quanti si sono già dimostrati generosi nell’offrire spazio per divulgare questa iniziativa.

Se una persona si sentirà e sarà felice di dare un contributo per l’organizzazione o altro, lo potrà fare a partire dal cuore, cioè perché sarà felice di dare, sentirà l’energia dentro di se al dare, senza voler niente in cambio e io sarò felice di ricevere e questa gioia reciproca ci arricchirà e ci potrà rendere più consapevoli del potere che ognuno di noi ha di poter contribuire al benessere reciproco senza che sia il soldo l’unica unità di misura.

Ogni persona potrà aggiungere una sua parola alla scritta SPONSOR (alle persone presenti ai vari appuntamenti, verrà chiesto di lasciare ‘traccia’: una parola o più parole con le motivazioni che lo hanno spinto a essere li, a fare questa/e esperienze) che sta ad indicare le parole dette, scritte o non dette e non scritte dai tanti alpini che non hanno lasciato traccia scritta, ma sono stati presenti nella steppa.

ISCRIZIONI

L’iscrizione si potrà effettuare al n. di telefono 338 2965977 lasciando il nominativo e la motivazione che spinge a questa esperienza. Ogni motivazione sarà importante e significativa e servirà nel corso dell’esperienza, con il vostro nome se lo desiderate o con l’anonimato. Quindi scrivetevi prima la motivazione e poi telefonate.

Vi chiedo di iscriversi per tempo, in quanto essendo la prima edizione, non si ha l’idea di quante siano le persone che aderiranno. Il ritrovo è stato pensato in una baracca in legno che simboleggia la casa russa (isba) dove i nostri soldati trovavano conforto per qualche ora durante le notti nella ritirata nel gennaio del 1942. Potrebbe essere sufficiente, come invece si dovrà pensare ad altra destinazione, è per questo che vi chiedo di non aspettare all’ultimo momento. Grazie

PERCORSO

Sarà un anello di 1 chilometro da percorre 2 volte. Sarà in funzione del tipo di innevamento e delle condizioni atmosferiche. Mentre scrivo, oggi 4 Dicembre 2009, sta nevicando, ma notizie più aggiornate si troveranno su questo spazio e ogni iscritto sarà informato prima dell’appuntamento,

delle condizioni di innevamento e quindi del percorso definitivo.

RITROVO E PARTENZA

Ritrovo: ore 9.30 Presso l’isba (Baracca in legno riscaldata) di Roncobello (Bergamo Alta Valle Brembana) presso il campo sportivo

Presentazione di ogni partecipante con scambio di motivazioni e un breve

Laboratorio sul riscaldamento dei piedi prima della partenza

Partenza: ore 10.30

Ristoro ore 11/12

PREMI

E’ prevista una scultura al primo arrivato e un a medaglia in terracotta ad ogni partecipante.

I premi non ci saranno. Anche questo ha un senso. Il senso è che il rovescio della medaglia (ed è anche questo il significato di dare una medaglia, per ricordarsi che ci può essere un duplice aspetto ogni volta che si riceve un premio) è la punizione. Quasi sempre il premio implica che ci sia anche una punizione, è una faccia della stessa medaglia. Quindi il significato è uscire da questa logica ed entrare in un’altra: sono soddisfatto o non soddisfatto senza che sia il premio o la punizione la misura della soddisfazione e questo per frenare la violenza. Ogni volta che puniamo qualcuno, lo facciamo perché ci sentiamo nel giusto. A sua volta il punito se si sentirà nel giusto punirà a sua volta e così la violenza si autoalimenta. Ma voi potete dirmi: “ ma esiste un giusto e uno sbagliato!” Questo argomento così come di come si è educati sarà tema del laboratorio sulla gestione dei conflitti, per ora mi limito a dire: “Non giudicate, e non sarete giudicati” Matteo 7:1
matteone Inserito il - 20/12/2009 : 22:33:06
Nell'Inghilterra vittoriana si coprivano, per decenza, anche le gambe dei tavoli.
Nell'Italia del boom economico si coprivano le gambe delle ballerine con delle robuste calze scure.
Credo sia il desiderio di tutti bambini camminare scalzi ma il divieto dei genitori lo attribuisco al timore di raffreddamenti o ferimenti.

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