V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Fede |
Inserito il - 29/08/2020 : 17:54:22 Per Cartesio “La lettura dei buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati”; per Gustave Flaubert l’unico modo per tollerare l’esistenza è “perdersi nella letteratura come in un’orgia perpetua”. Qualunque sia la ragione per cui leggiamo, farlo ci può cambiare la vita e anche gli scienziati ritengono che tali metafore abbiano una base realistica: la lettura è un’“esperienza incarnata”.
Le parole su una pagina attivano i neuroni sensoriali nel cervello in un modo che rispecchia ciò che accadrebbe se dovessimo vivere ciò che stiamo leggendo. Il fenomeno si chiama “cognizione radicata”: non si legge solo un libro: lo si tocca, lo si assapora e lo si annusa. Gli studi dimostrano che questo è particolarmente vero per la narrativa letteraria, con la sua attenzione alle relazioni e allo sviluppo del personaggio. La consapevolezza psicologica di cui siamo dotati dopo aver letto un’opera di narrativa può durare diversi giorni. I libri pieni di personaggi monotoni e con trame prevedibili tendono ad avere l’effetto opposto, confermando le nostre aspettative sugli altri.
Leggere un’opera di narrativa è quindi come conoscere una persona. Più impari sulle loro storie, meno li “giudichi dalla loro copertina, perchè c’è molto di più che ci unisce di quanto ci divide”.
Ed è questo il concetto che è alla base del progetto Human Library (una biblioteca vivente) nato da un’idea di Ronni Abergel, suo fratello Dany e gli amici Asma Mouna e Christoffer Erichsen, come evento al Festival di Roskilde in Danimarca nel 2000, con l’intenzione di combattere i pregiudizi e promuovere il dialogo tra persone provenienti da contesti, etnie e stili di vita diversi e aiutarli a riconoscere ciò che avevano in comune piuttosto che ciò che li differenziava.
Nelle Human Library non si leggono libri, ma persone, volontari che si rendono disponibili a raccontare le proprie esperienze e i propri valori con i “lettori”, che si siedono davanti a loro e sono liberi di chiedere qualsiasi cosa sulla loro vita. Partendo dal “titolo del libro”: Lesbica, rifugiato, senzatetto, transessuale, immigrato, ragazza madre, obeso, malato di HIV, bipolare, depresso…
Human Library incoraggia le persone a sfidare i propri pregiudizi, a conoscere veramente e ad imparare da qualcuno che potrebbe essere classificato con uno stereotipo. Il fine è dimostrare che nessuna persona può essere riassunta in una sola parola, come non possiamo giudicare un libro dalla copertina, o dal titolo.
Sebbene ci siano alcune biblioteche umane permanenti (circa 84 nel mondo), la maggior parte delle Human Library non sono affatto luoghi, ma eventi e chiunque può partecipare all’esperienza.
Attualmente Human Library è stata presentata in più di 70 paesi in tutto il mondo e non sono mancati anche gli appuntamenti in Italia.
Per avere aggiornamenti sugli eventi questa è la Pagina Facebook dell’organizzazione e questo il sito web: https://humanlibrary.org/
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Fede |
Inserito il - 30/08/2020 : 09:17:00 Diciamo che puoi essere considerato un libro molto voluminoso! |
a_fenice |
Inserito il - 29/08/2020 : 22:33:26 Ganzissimo e molto bello
Stavo pensando… con tutte quelle che ho vissuto, con tutte le volte che ho modificato il mio essere crescendo, meglio che non mi pongo mai alla lettura di nessuno, mi terrebbero sequestrato per mesi
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