di Emily Esfahani Smith – Una volta pensavo che lo scopo della vita fosse perseguire la felicità. Tutti dicevano che la strada per la felicità fosse il successo, perciò ho cercato un lavoro ideale, un fidanzato perfetto, un bell’appartamento. Ma invece di sentirmi soddisfatta, mi sentivo in ansia e alla deriva. Non ero la sola: anche i miei amici provavano le stesse sensazioni.
Alla fine, ho deciso di diplomarmi in una scuola di psicologia per imparare ciò che rende le persone davvero felici. Ciò che ho scoperto mi ha cambiato la vita.
I dati mostravano che inseguire la felicità può rendere infelice. Mi ha davvero colpito questo dato: il tasso di suicidio continua ad aumentare nel mondo, ha raggiunto il picco più alto degli ultimi 30 anni in America. Sebbene le condizioni di vita stiano migliorando quasi da ogni punto vista, sempre più persone si sentono disperate, depresse e sole.
C’è un senso di vuoto che tormenta la gente, e non bisogna essere malati di depressione per avvertirlo. Presto o tardi, credo che tutti ci chiederemo: è questo tutto ciò che c’è?
Secondo la ricerca, ciò che preannuncia questa disperazione non è una mancanza di felicità. È una mancanza di qualcos’altro, la mancanza di significato nella vita. Ciò mi ha spinto a pormi delle domande.
Vi è cosa più importante nella vita che essere felici? Qual è la differenza tra essere felici e avere un significato nella vita? Molti psicologi definiscono la felicità come uno stato di benessere e sollievo, un sentirsi bene in quel momento. Ma c’è ancora di più. Il rinomato psicologo Martin Seligman afferma che il significato deriva dai legami, dal servire qualcosa oltre se stessi e dallo sviluppare il meglio in se stessi. La nostra cultura è ossessionata dalla felicità, ma ho compreso che cercare il significato sia la soluzione migliore. E gli studi mostrano come chi ha un significato nella vita, è più resiliente, ha risultati migliori a scuola e a lavoro, e vive di più.
Tutto ciò mi ha fatto pensare: come possiamo vivere in modo più significativo? Per scoprirlo, ho intervistato gente per cinque anni, letto migliaia di pagine di psicologia, neuroscienza e filosofia. Mettendo tutto insieme, ho scoperto quelli che chiamo i quattro pilastri di una vita significativa. Possiamo tutti creare vite significative costruendo alcuni o tutti questi pilastri nelle nostre vite.
Il primo pilastro sono i legami. I legami derivano dall’avere delle relazioni nelle quali si viene valorizzati per ciò che si è dentro e in cui si dà valore agli altri. Ma da alcuni gruppi e relazioni nascono dei legami superficiali: si è valutati per ciò in cui si crede, per chi si odia, non per chi si è. I veri legami si originano dall’amore. Sono costituiti da momenti condivisi con gli altri, e rappresentano una scelta: si può scegliere di coltivare legami.
Il secondo pilastro è lo scopo. Trovare il proprio scopo non è la stessa cosa che trovare un lavoro che ci renda felici. Uno scopo riguarda meno ciò che si vuole e più ciò che si dà.
Il custode di un ospedale mi ha detto che il suo scopo era guarire persone malate. Molti genitori mi dicono: “Il mio scopo è far crescere i miei figli”. Per dare un senso alla vita bisogna usare le proprie energie per servire gli altri. Per molti di noi, ciò avviene attraverso il lavoro. Ecco come contribuiamo e ci sentiamo indispensabili. Senza qualcosa di proficuo da fare, la gente annaspa. Di certo non si deve trovare lo scopo nel lavoro ma il lavoro ci dà qualcosa per cui vivere, dei “perché” che ci portano avanti.
Il terzo pilastro del significato è andare oltre se stessi, ma in modo del tutto diverso: la trascendenza. Gli stati di trascendenza sono quei rari momenti in cui si esce dalla frenesia della vita quotidiana, la percezione di sé svanisce, e ci si sente connessi a una realtà superiore. Qualcuno ritiene che la trascendenza derivi dall’osservazione dell’arte. Qualcun altro dalla fede. Per me, che sono una scrittrice, la trascendenza avviene nella scrittura. A volte ci prendo così tanto la mano che perdo ogni concezione di tempo e spazio.
Queste esperienze trascendentali possono cambiarci. Uno studio ha fatto osservare degli alberi di eucalipto di 200 metri a degli studenti per un minuto. Dopo si sentivano meno egocentrici, e sono stati persino più generosi quando hanno avuto la possibilità di aiutare qualcuno.
E poi il quarto pilastro della vita che ho scoperto tende a sorprendere le persone. Il quarto pilastro è raccontare storie, la storia di se stessi che si racconta a se stessi. Creare un racconto dagli eventi della propria vita apporta chiarezza. Ci aiuta a capire come siamo diventati noi stessi. Spesso non comprendiamo di essere gli autori delle nostre storie e che possiamo cambiare come le diciamo.
La vita non è solo una lista di eventi. La si può modificare, interpretare e raccontarla di nuovo anche se si è vincolati dai fatti.
Ho incontrato un uomo di nome Emeka, paralizzato per un infortunio da football. Dopo l’incidente, Emeka ha detto a se stesso “La mia vita era fantastica quando giocavo a football, ma adesso guardami”. Ma col tempo ha iniziato a creare una storia diversa. La sua nuova storia era, “Prima dell’incidente, la mia vita era senza scopo. Facevo molte feste ed ero un ragazzo piuttosto egocentrico. Il mio infortunio mi ha fatto capire che potevo essere un uomo migliore”. Questa modifica della sua storia ha cambiato la vita di Emeka. Dopo aver raccontato la nuova storia a se stesso, Emeka ha iniziato a guidare i bambini e ha scoperto quale fosse il suo scopo: servire gli altri. Chi ha una vita significativa, tende a raccontare la propria storia definita da redenzione, crescita e amore.
Legami, obiettivi, trascendenza, raccontare la propria storia: ecco i quattro pilastri del significato.
Bisogna costruire questi pilastri nelle proprie famiglie e nelle istituzioni per aiutare le persone a diventare migliori. Vivere una vita significativa richiede fatica. È un lavoro continuo. Ogni giorno creiamo le nostre vite, aggiungendo qualcosa alla nostra storia. E a volte sbagliamo.
Questo è il potere del significato. La felicità va e viene. Ma quando la vita è davvero bella, quando le cose si mettono davvero male, avere un significato ci dà qualcosa a cui aggrapparci.
Ho incontrato un uomo di nome Emeka, paralizzato per un infortunio da football. Dopo l’incidente, Emeka ha detto a se stesso “La mia vita era fantastica quando giocavo a football, ma adesso guardami”. Ma col tempo ha iniziato a creare una storia diversa. La sua nuova storia era, “Prima dell’incidente, la mia vita era senza scopo. Facevo molte feste ed ero un ragazzo piuttosto egocentrico. Il mio infortunio mi ha fatto capire che potevo essere un uomo migliore”. Questa modifica della sua storia ha cambiato la vita di Emeka. Dopo aver raccontato la nuova storia a se stesso, Emeka ha iniziato a guidare i bambini e ha scoperto quale fosse il suo scopo: servire gli altri. Chi ha una vita significativa, tende a raccontare la propria storia definita da redenzione, crescita e amore.
Infatti, si vedono persone che diventano sensibili ad un problema solo quando ne sono coinvolte direttamente. Bisognerebbe imparare a ragionare, da sani, come se si fosse stati colpiti da un grave problema. Vivremmo in un mondo migliore.
Io sento spesso parlare di persone che vogliono andare in pensione abbastanza giovani per godersi la vita. Poi mi accorgo che le persone che raggiungono la longevità sono quelli che non pongono se stessi al centro della propria vita. È da un po’ di tempo che osservo la vita di molte persone sotto questa luce.
"I dati mostravano che inseguire la felicità può rendere infelice. Mi ha davvero colpito questo dato: il tasso di suicidio continua ad aumentare nel mondo, ha raggiunto il picco più alto degli ultimi 30 anni in America. Sebbene le condizioni di vita stiano migliorando quasi da ogni punto vista, sempre più persone si sentono disperate, depresse e sole."
Non si dovrebbe a tutti i costi inseguire la felicità o a tutti i costi essere felici, ci sono momenti nella vita dove la felicità ci accompagna...in questi momenti si dovrebbe pensare a cosa si è fatto per raggiungere questo stato e continuare nello stesso modo e allo stesso modo quando ci entra la tristezza, perchè siamo tristi?? perchè siamo felici?? alla fine siamo sempre noi stessi che creiamo il nostro malessere o benessere indipendentemente dalle persone che ci circondano.
Io credo una cosa parlando di tristezza e infelicità... Spesso si crede che la felicità si raggiunge "monetizzando" il più possibile e avere il più possibile cose "materiali".... A parte il fatto che personalmente mi succede una cosa (sono un pò tarlato forse)....quando "desidero" una cosa...faccio il possibile per risparmiare per un domani poterla acquistare . Fighissimo arriva il giorno che puoi acquistarla...vai nel negozio...la comperi e poi......quando ho questa cosa in mano/ davanti provo un senso di "vuoto" come a dire quale sarà il mio prossimo obbiettivo per colmare questo vuoto?...ma sopratutto mi pongo la domanda ..era proprio necessaria?...(sia chiaro non sono uno spendaccione)..ma spesso mi faccio queste "fisse".
Questo mi ha fatto capire che sono più importanti le sensazioni nel percorso ...piuttosto quello che proverò raggiunto l'obbiettivo.
Un esempio che faccio è che a volte le persone si sentono poco realizzate anche secondo mè per colpa di tutte queste trasmissioni "spazzatura"(talent e varie) dove ti vedi dei ragazzi 20enni(sia chiaro non ho nulla contro di loro..li avessi io 20 anni) già proiettati con contratti molto "eurosi" con una visibilità assurda......poi ci sono persone che lavorano da una vita forse in fabbrica con stipendi normali...questo a volte puo creare senso di ineguatezza ed insoddisfazione.
La TV deve fare molto attenzione ai messaggi che manda e all'immagine che dà.
Un esempio che faccio è che a volte le persone si sentono poco realizzate anche secondo mè per colpa di tutte queste trasmissioni "spazzatura"(talent e varie) dove ti vedi dei ragazzi 20enni(sia chiaro non ho nulla contro di loro..li avessi io 20 anni) già proiettati con contratti molto "eurosi" con una visibilità assurda......poi ci sono persone che lavorano da una vita forse in fabbrica con stipendi normali...questo a volte puo creare senso di ineguatezza ed insoddisfazione.
avrei anche io qualcosa da dire in merito a questi contratti "eurosi" del mondo dello spettacolo....non per l'invidia di vedere questa gente guadagnare milioni di euro in pochi anni ma per l'incazzatura che mi viene quando poi li sento piangere miseria dopo che è "svanito" il successo o si sono ritirati per raggiunti limiti di età.... ma dico io, avete la fortuna di guadagnare cosi tanto, ci vuole tanta intelligenza da capire che non sarà cosi per sempre e che devi metterti soldi da parte per quando non guadagnerai più? ....invece loro spendono e spandono e poi vanno a piangere miseria....qualche giorno fa ho visto una trasmissione televisiva dove alcuni personaggi "famosi" lamentavano che dopo anni di lavoro ora devono accontentarsi di una pensione di 2.000 euro al mese con la quale non riescono a "sopravvivere"!!!! ....ma lo sanno che c'è gente che non li prende come stipendio 2.000 euro al mese, figuriamoci questi quanto prenderanno di pensione....
Ci sono personaggi che hanno dichiarato di prenderne 1000 di pensione,un personaggio che partecipava da Giletti ancora meno, un'altro personaggio ancora ,addirittura si è fatto fregare tutto.
Per quanto mi riguarda,non mi serve molto per rendermi felice:è IL LAVORO. Per quanto riguarda i suicidi scritti da CRI,non serve andare molto lontano,nella città dove lavora mio fratello,sembra che il suicidio tra i giovani sia altissimo(piccola comunità montana),il motivo sembra la mancanza di lavoro......
maurobuio ha scritto: Per quanto riguarda i suicidi scritti da CRI,non serve andare molto lontano,nella città dove lavora mio fratello,sembra che il suicidio tra i giovani sia altissimo(piccola comunità montana),il motivo sembra la mancanza di lavoro......
speta speta....Io non ho parlato di suicidi, ne ha parlato Emily Esfahani Smith... in ogni caso i soldi non fanno la felicità, aiutano a vivere ma se inizi a volere e cercare sempre di più finisci con il perderti le cose belle della vita senza capire che poi non siamo eterni e le cose materiali le lasciamo qui. I miei ricordi più belli e i momenti vissuti con immensa felicità sono stati proprio quando avevo i soldi contati e ho appreso molto, a dare valore più alle persone che alle cose.
in ogni caso i soldi non fanno la felicità, aiutano a vivere ma se inizi a volere e cercare sempre di più finisci con il perderti le cose belle della vita senza capire che poi non siamo eterni e le cose materiali le lasciamo qui. I miei ricordi più belli e i momenti vissuti con immensa felicità sono stati proprio quando avevo i soldi contati e ho appreso molto, a dare valore più alle persone che alle cose.
Ma infatti, è così anche per m'è, tanto ché che ho scritto che per m'è è importante avere un Lavoro, ma non per comprarmi una Ferrari, ma per poter sopravvivere, io in questo momento sono Disoccupato......
Regione: Umbria
Prov.: Perugia
Città: città di castello
24247 Messaggi
Inserito il - 16/10/2019 : 22:33:38
Ineccepibile quanto ha scritto la tizia, e possiamo aggiungerci una miriade di altre cose, alcune già presentate dagli amici che han scritto.
Ma pensate, che so, a quante cose più semplici, senza nemmeno essere eclatanti, tipo non avere rotture di marroni, tipo vivere sereni e allegri o perlomeno non disperati, ci rendono felici senza che ce ne rendiamo conto, apprezza sole solo quando esse mancano.
A me per esempio è il tantra che mi ha insegnato queste cose, solo che da semplice umano, spesso me ne dimentico e posso arrivare a deprimermi. Sapersi accontentare apprezzando i singoli momenti ed eventi della vita, una bella vista, un momento tranquillo, un gesto di amore, un amico che ti cerca, un pensiero inaspettato… tante sono le cose che rendono felicità. Il problema: che spesso si danno queste cose per scontate, dovute, perdendo la purezza della loro natura e pretendendole. È così roviniamo tutto.
Pensate alle famiglie che si sfasciano. Chi si stanca di fare una coccola, chi non apprezza più una coccola, e poi si finisce a farsi coccolare dagli altri.
Vero, l’umano si stanca presto di ciò che ha, cerca sempre cose nuove, e ciò lo rende infelice. Potrebbe apprezzare quel che ha cercando qualcosa di diverso o in più, ma la norma è che intanto dimentica quello che ha. Ed è infelice sia per la perdita sia per la mancanza della nuova conquista.
Di sicuro c’è una cosa: gli umani son davvero strani.
Libero Pensatore - Ciò che non farei non dovrà mai diventare ciò che non devono fare gli altri. - Stay hungry, stay foolish - Per aspera ad astra -
Gli schemi sono solo nelle menti di chi se li prefissa. Siate sinceri con voi stessi e ascoltate la vostra natura. Chi sono gli altri per definire che cos’è normale e cosa diverso
Sapersi accontentare apprezzando i singoli momenti ed eventi della vita, una bella vista, un momento tranquillo, un gesto di amore, un amico che ti cerca, un pensiero inaspettato… tante sono le cose che rendono felicità. Il problema: che spesso si danno queste cose per scontate, dovute, perdendo la purezza della loro natura e pretendendole. È così roviniamo tutto. Di sicuro c’è una cosa: gli umani son davvero strani.
Questa è Felicità, riuscire a stupirci ancora nel vedere un tramonto, un bel paesaggio, e non dare per scontato le cose.
Non siamo uguali e per ognuno di noi la parola felicità ha un senso diverso, c'è chi si sente felice con un buon conto in banca, c'è chi si sente felice perchè ha trovato l'anima gemella, c'è chi si sente felice perchè fa del bene...potrei continuare però poi tutte queste persone quando gli mancherà uno di questi elementi come si sentirà?? a parte chi fa del bene gli altri entreranno in depressione.
Mi ripeto ogni giorno che l'artefice della mia felicità sono io indipendentemente dall'intorno e da quello che posseggo o non posseggo.
Mi sono accorto che Caparezza ha sintetizzato il mio stile di vita in una frase: "fai quello che ti fa star bene". Che, per quanto mi riguarda, non sono cose che si comprano. Ma per apprezzare le cose che fanno star bene bisogna prima liberarsi da ogni condizionamento che impone la vita. E non è facile.
Ciao Maurobuio. Ho letto che sei attualmente disoccupato e me ne dispiace.(comunque hai ragione a volte salute e lavoro vengono date per scontate...e non sempre è così)
Mi permetto di chiederti di dove sei e qual'è la tua mansione lavorativa....o cosa cerchi........
Sai tra tutti forse qualche idea/aiuto possiamo dartela...se ti và.
Ciao Anton,sono di Verona. Grazie per l'interessamento,attualmente siamo in una situazione un pò particolare(ce una causa e delle trattative ancora in corso con l'azienda).stiamo attendendo se si sbocca qualcosa,ma il licenziamento comunque c'è.....
Anton2016b ha scritto: (comunque hai ragione a volte salute e lavoro vengono date per scontate..
può anche essere che qualcuno,riesca comunque vivere la propria vita Felice anche se mancano queste due cose(se mi può inviare la ricetta),lo ringrazio,ma ne dubito.
Io intendevo che quando c'è la salute e lavoro forse non lo appreziamo abbastanza.
Aggiornaci poi se ti và di come procede il percorso trattativa (ti auguro il meglio)...ma se servisse usa il TAM TAM del gruppo...tra tutti gli utenti si sà mai....
Io intendevo che quando c'è la salute e lavoro forse non lo appreziamo abbastanza.
Può essere......
Aggiornaci poi se ti và di come procede il percorso trattativa (ti auguro il meglio)...ma se servisse usa il TAM TAM del gruppo...tra tutti gli utenti si sà mai....
Libero Pensatore - Ciò che non farei non dovrà mai diventare ciò che non devono fare gli altri. - Stay hungry, stay foolish - Per aspera ad astra -
Gli schemi sono solo nelle menti di chi se li prefissa. Siate sinceri con voi stessi e ascoltate la vostra natura. Chi sono gli altri per definire che cos’è normale e cosa diverso
Regione: Umbria
Prov.: Perugia
Città: città di castello
24247 Messaggi
Inserito il - 17/10/2019 : 21:02:57
Vero, nessuno ha scritto lavoro, ma perché lavoro, salute, sicurezza economica, non sono la felicità, ma il minimo per non avere i problemi che poi ti tolgono le altre felicità. Inoltre direi che son scontate (anche se non è scontato averle). Ovvio che chi non ha questi problemi vive già con un passo avanti.
Però, che ci fai di soldi lavoro salute se poi non hai di che essere soddisfatto o felice di altri beni “impalpabili”? Il lavoro e i soldi danno sicurezza, ma se non hai che so, l’amore, che ti sostiene e ti rafforza, non camperesti uguale con un tozzo di pane? Un esempio al limit ma proprio al limite ma per spiegarmi. Di cosa può essere felice un barbone? Non ha soldi, non ha casa, non ha lavoro, non ha salute, forse unica cosa ha una montagna di pidocchi e di rifiuti fecali attaccati addosso perché non ha dove lavarsi e pulirsi. Eppure, nella loro totale indigenza, son felici se hanno un paio di guanti, un cartone per coprirsi, o magari un cagnolino con cui condividere le disgrazie , e rinunciano al loro per far mangiare lui.
Libero Pensatore - Ciò che non farei non dovrà mai diventare ciò che non devono fare gli altri. - Stay hungry, stay foolish - Per aspera ad astra -
Gli schemi sono solo nelle menti di chi se li prefissa. Siate sinceri con voi stessi e ascoltate la vostra natura. Chi sono gli altri per definire che cos’è normale e cosa diverso
Non siamo uguali e per ognuno di noi la parola felicità ha un senso diverso, c'è chi si sente felice con un buon conto in banca, c'è chi si sente felice perchè ha trovato l'anima gemella, c'è chi si sente felice perchè fa del bene...potrei continuare
A Max:questo esempio scritto da Cri, come si dice..... Calza a pennello. Sarà scontato quello che cerco io,(per essere felice), e che qui sopra manca,pero appunto ognuno di noi, ha una visione diversa della Felicità. Il mio tenore di vita era bassissimo, eppure ero felice, ora lo devo abbassare ancora di più, e questo mi rende infelice...... Non voglio obbligarti a pensarla come m'è, siamo diversi...... Tutto qui...
Modificato da - maurob in data 17/10/2019 21:58:45
Regione: Umbria
Prov.: Perugia
Città: città di castello
24247 Messaggi
Inserito il - 17/10/2019 : 22:18:55
Mica ti ho contestato!!! Dicevo soltanto che più che essere felici per il lavoro, si è felici perde avendolo puoi stare sereno, permetterti tutto il resto che puoi fare quando non hai preoccupazioni
Libero Pensatore - Ciò che non farei non dovrà mai diventare ciò che non devono fare gli altri. - Stay hungry, stay foolish - Per aspera ad astra -
Gli schemi sono solo nelle menti di chi se li prefissa. Siate sinceri con voi stessi e ascoltate la vostra natura. Chi sono gli altri per definire che cos’è normale e cosa diverso
Per me la felicità è uno stato limitato a brevi momenti o periodi della vita. Se penso ad uno che è sempre felice mi viene in mente una specie di ritardato mentale privo di una vera empatia. Come si può essere sempre felici su un pianeta devastato da violenze di ogni tipo? Altro discorso è la serenità che può derivare più da un raggiunto equilibrio interiore che dal poter avere qualsiasi cosa si voglia.
Felicità? Si può parlare di felicità a momenti, ma bisognerebbe ambire maggiormente alla serenità. La vita non è sempre gentile con noi... Chi ha problemi di salute, chi di lavoro, chi ha problemi affettivi, ma se guardiamo bene, nella vita c’è sempre qualcosa fuori posto. Io sono convinto che ci vuole un orientamento mentale verso la gratitudine per essere vivi e poter fare delle esperienze. Quando si esce dallo stato di gratitudine si entra nello stato mentale del derubato, o del profugo che vive il momento attuale come un tormentoprofondo. Qui nasce il dolore. Fatichiamo tutta la vita per ritagliarci un ruolo, ma nel momento in cui questo ruolo è messo in discussione o viene perduto, crolla la nostra identità. Il lavoro aiuta molto nel costruirsi un ruolo, e se il problema non è un reddito, sicuramente la mancanza di un ruolo nella società genera un senso di vuoto e di inadeguatezza. La vita è senz’altro difficile, ma bisogna anche osservare che siamo in un periodo relativamente fortunato rispetto ai nostri antenati che hanno vissuto guerre, carestia, soprusi di ogni tipo... Ma difficilmente i nostri antenati si suicidavano perchèla vita si doveva conquistare con le unghie e con i denti ogni giorno. Le difficoltà possono essere un modo per prendere coscienza della preziosità della vita. Niente si può dare per scontato. Passiamo dei momenti difficili, ma prima o poi passeranno, e se non passeranno perchè i problemi non si sono risolti, passeranno perchè il nostro modo di vedere la vita sarà cambiato. Bisogna avere pazienza e costruire dentro di sè una personalità più resiliente, cioè più resistente agli stress esterni. Questa non la costruiamo da un girno all’altro ma ogni girno mettiamo un mattoncino di consapevolezza per costruire una casa più solida in noi stessi. Ho postato questo articolo perchè osservo sempre più spesso una grande rabbia di fondo che aumenta l’aggressività anche in modo ingiustificato. Questa rabbia è un dolore interiore che non trova ne sbocco ne ragione. Quando l’essere umano trova il proprio centro, il proprio ruolo e scopre i piccoli miracoli della vita, trova nuove opportunità per migliorare la propria vita e quella degli altri. Questa rabbia non dipende strettamente dagli altri ma è un sentimento che cresce in noi per le nostre insoddisfazioni e i nostri desideri inappagati di cui troppo spesso siamo artefici noi stessi. Costruiamo questa rabbia e gli eventi e le persone sono solo un pretesto per farla emergere. Scusate la prolissità!
Ciao Fede,molte osservazioni che hai scritto sono condivisibili. resta il fatto che non tutti siamo uguali. Io ho avuto la fortuna di conoscerti,e le cose che hai scritto qui sopra,sicuramente ti appartengono. Nonostante tutto.....sei una persona positiva. non si può dare una definizione di Felicità uguale per tutti,Io, Max,Fede,Siman,Eroe, ecc..,abbiamo tutti una personalità diversa,e di conseguenza.....