Ritorno ai blog
di Renaked 11/01/2025 22:33:34
Era una giornata d’agosto, una di quelle in cui il sole sembra abbracciarti senza riserve, anche a duemila metri di altitudine. Avevo parcheggiato l’auto in uno spiazzo dopo aver affrontato un percorso sterrato che si arrampicava tra prati e boschi. Davanti a me si snodava un sentiero che prometteva meraviglie, e già il pensiero di arrivare al lago mi riempiva di un entusiasmo infantile. Per il caldo decisi di proseguire a torso nudo. L’aria fresca di montagna si fondeva con il calore del sole, creando un equilibrio perfetto. Il paesaggio intorno a me era vivo: marmotte si affacciavano curiose dalle loro tane, osservandomi con un’espressione quasi di rimprovero, mentre più avanti cavalli e mucche pascolavano placidi, campanacci che tintinnavano nell’aria. In alto, falchi sorvolavano il cielo azzurro, seguendo le correnti con eleganza. La montagna era un concerto silenzioso, una sinfonia di natura. Dopo circa un’ora di cammino, il bosco iniziò a diradarsi, e lì, in una radura illuminata da un sole caldo, apparve il lago. Era uno spettacolo che quasi toglieva il fiato: un’acqua verde e cristallina incastonata come una gemma tra prati e un boschetto di pini. Il silenzio era rotto solo dal vento e dal lieve mormorio delle persone intorno. C’era chi passeggiava, chi si sdraiava sull’erba per godersi il sole, chi si rilassava in costume e qualcuno che aveva scelto la libertà totale del sole integrale. Ma una cosa era evidente: nessuno osava immergersi. Mi sedetti per qualche minuto a contemplare la scena, poi, ispirato dalla libertà e dalla bellezza del luogo, decisi di spogliarmi completamente. L’aria sulla pelle nuda era come una carezza, un gesto di benvenuto dalla natura. Avanzai verso il lago, sapendo che l’acqua sarebbe stata fredda, ma nulla mi preparò a ciò che provai quando immersi i piedi. Era un gelo che sembrava provenire direttamente da un ghiacciaio, un abbraccio quasi doloroso. Nonostante ciò, decisi di immergermi. A questo punto entrai rapidamente, l’acqua che mi stringeva i fianchi, poi il petto, finché non fui completamente sommerso. Il freddo era così intenso che sembrava quasi bruciare, eppure, paradossalmente, conferiva una sensazione di calore, una vibrazione che risvegliava ogni fibra del mio corpo. Nuotai per qualche minuto, lasciandomi avvolgere da quell’esperienza primordiale. Quando riemersi, mi sentii rinato, ma non come Venere, bensì come Marte: la mia pelle era rossa, quasi incandescente, a contrasto con la trasparenza dell’acqua. Mentre mi avvolgevo nell’asciugamano, notai una coppia di ragazzi poco lontano che mi osservava. Lui parlava con la ragazza, evidentemente incuriosito dalla mia audacia. Dopo un breve scambio, si avvicinò al lago e immerse un piede. La sua reazione fu immediata: ritirò il piede di scatto e mi lanciò uno sguardo incredulo, come a chiedermi: Ma come hai fatto? Io sorrisi, un sorriso che era un misto di orgoglio e complicità. Non c’era bisogno di parole: avevo sfidato qualcosa che lui non era ancora pronto a provare. Ripetei l’immersione altre due volte durante la giornata. Ogni volta era come riscoprire la mia connessione con il mondo naturale, un’esperienza che nessuna sauna o doccia finlandese avrebbe mai potuto eguagliare. Alla fine, mentre il sole iniziava a calare e la luce dorata avvolgeva il lago, mi sentii grato per quel momento, per quella bellezza incontaminata che mi aveva accolto così com’ero, senza barriere, senza filtri. Il vero lusso non è altro che vivere pienamente, immersi nella bellezza del mondo.