Ritorno ai blog
di Renaked 13/01/2025 18:55:33
L’estate scorsa, io e Luca avevamo deciso di passare qualche giorno a Torre del Lago, un luogo che entrambi adoravamo per la sua atmosfera rilassata e il mix perfetto di natura, mare e libertà. Quella mattina, con il sole già alto e il vento leggero a smuovere la tenda delle finestre della casa che avevamo preso in affitto per il fine settimana, avevo infilato nella borsa "Princess Daisy" di Judith Krantz, un romanzo degli anni ottanta che avevo iniziato a rileggere qualche giorno prima. Dopo aver percorso il sentiero tra la pineta e le dune, raggiungemmo una zona poco affollata della spiaggia, una parte frequentata anche da nudisti. Era il nostro posto preferito: un angolo di mondo dove il corpo e la mente potevano davvero respirare. Dopo esserci spogliati, ci sistemammo con cura, costruendo un piccolo riparo per la borsa frigo con dei legni trovati lì vicino e un telo che avevamo portato con noi. Il mare ci chiamava irresistibilmente e il primo bagno della giornata fu semplicemente strepitoso: acqua cristallina, onde leggere e una sensazione di leggerezza totale. Tornati al nostro angolo, ci sdraiammo al sole per asciugarci. Con il libro tra le mani, mi immersi di nuovo nelle vicende di Daisy, perdendomi nel mondo intrigante e complicato che Judith Krantz aveva così abilmente descritto. «Io vado a farmi una corsetta sul bagnasciuga,» annunciò Luca dopo un po’, alzandosi con la solita energia che gli invidiavo. «Vai pure, io resto qui a farmi un altro tuffo… ma nella lettura!» risposi, alzando il libro per sottolineare il gioco di parole. Non so quanto tempo passò, ma ad un certo punto, complice il sole caldo e il rumore ipnotico delle onde, i miei occhi si chiusero. Non smisi davvero di leggere: semplicemente iniziai a sognare. Nel sogno, ero uno dei protagonisti del romanzo. Mi trovavo in una festa elegante, circondato da personaggi affascinanti, e c'era lei, Daisy, che mi guardava con un sorriso enigmatico. C’era un’energia palpabile tra noi, una tensione che mi fece sentire vivo e totalmente immerso. Mi svegliai lentamente, ancora intrappolato tra il sogno e la realtà. C’era una strana sensazione nel mio corpo, una consapevolezza che si fece subito chiara: ero completamente eccitato. Alzando la testa, capii immediatamente il motivo dello strano peso sul mio pube. Il libro, aperto, giaceva proprio lì, il mio pene in perfetto equilibrio tra le pagine, come un segnalibro un po’ troppo audace. Prima ancora di elaborare la situazione, sentii una risata familiare e riconobbi immediatamente la voce di Luca. Era tornato e si era accorto di tutto. «Ahahah! Scusa, ma non potevo resistere! Quando sono arrivato e ti ho visto in questa condizione, ho pensato di coprirti di cultura!» disse tra le risate. «Con quel segnalibro non avresti mai perso il filo del romanzo!» Non potei fare a meno di ridere anch’io e mi girai di spalle sull’asciugamano, cercando di recuperare un po’ di compostezza. «Vedi che effetto può fare un buon libro?» scherzai. «Quando ti immedesimi davvero nella storia, il libro diventa parte del sogno!» Luca continuava a ridere, scuotendo la testa. «Beh, direi che tu e ‘Princess Daisy’ avete instaurato un rapporto molto... intimo!» Passammo il resto della giornata tra bagni, risate e qualche battuta su quella situazione assurda allo stesso tempo normale e reale. Ma, in fondo, non era poi così assurdo. Un buon libro può davvero farti perdere la testa, trasportarti in mondi lontani e, a quanto pare, coinvolgere tutto il corpo. E così, quella mattina, con il sole di Torre del Lago e il mare a fare da cornice, imparai una lezione importante: portare un libro in spiaggia è sempre una buona idea, soprattutto quando si è nudi.