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Quando il bosco dei ricordi mette a nudo il battesimo della cascata.

di Renaked
17/01/2025 14:40:15

Quella mattina luminosa e frizzante era perfetta per un’escursione. Io, Luca e Simone ci eravamo dati appuntamento presto per intraprendere un sentiero che mi riportava ai giorni spensierati dell’infanzia, quando passavo le estati dai miei nonni. Da bambino, quel bosco era stato il mio regno, e la piana coltivata vicina al torrente il luogo dove i miei nonni con dedizione facevano vivere la terra, mentre io e i miei amici ci inventavamo avventure. Appena arrivati alla piana, il panorama mi colpì con un’ondata di nostalgia: il verde vibrante, i solchi per l’acqua perfettamente tracciati, la cascata di quasi tre metri che portava l’acqua agli orti con il suo getto potente. Mi tornò in mente come noi ragazzini la usassimo per rinfrescarci, ridendo a crepapelle ogni volta che l’acqua riusciva a strappare via i nostri pantaloncini. Iniziammo il cammino con passo tranquillo. Il sole filtrava tra i rami degli alberi, creando giochi di luce e ombra sul sentiero. Notammo farfalle dai colori sgargianti, lucertole che sgusciavano rapide tra i sassi e persino un ramarro che sembrava osservarci curioso. Ogni tanto il cinguettio di qualche uccellino interrompeva il silenzio ovattato del bosco. Dopo un’ora di cammino, raggiungemmo nuovamente il torrente, la parte più a nord. E lì, come per magia, trovai il vecchio ponticello ad arco. Era esattamente come lo ricordavo, quasi un custode silenzioso dei miei ricordi d’infanzia. Decidemmo di fermarci per fare merenda sulla riva del torrente. Io e Luca, sempre più a nostro agio nella natura, ci spogliammo per immergerci nell’acqua fresca come due naturisti convinti. Simone, invece, rimase in pantaloncini, sorridendo mentre entrava a bagnarsi fino alle cosce arrotolando i pantaloncini. Io e Luca lo prendevamo bonariamente in giro per la sua timidezza, ma sapevamo che amava la natura tanto quanto noi, anche se a modo suo. Dopo aver riposato, iniziammo il ritorno verso la piana. Lungo il percorso ci fermammo in una zona con terra nera e morbida. Ricordai come mio nonno la usava per modellare piccole sculture. Mentre raccontavo questa storia, Luca, con la sua solita voglia di scherzare, mi spinse avanti, facendomi cadere a terra. Mi ritrovai immerso nel fango scuro, il corpo coperto di quel materiale denso e fresco. Non ci pensai due volte e reagii, lanciando una manciata di terra contro Luca. Fu l’inizio di una battaglia a colpi di fango che ben presto coinvolse anche Simone, che in modo incredibile si rivelò tutto sommato il più scatenato, forse era giunto il suo momento liberatorio. Tra risate e grida di sorpresa, ci ritrovammo tutti e tre completamente ricoperti, un tutt’uno con quel colore nero che annullava qualsiasi differenza tra di noi. Quando raggiungemmo finalmente la piana, ci fermammo davanti alla cascata. La osservai e proposi: “Perché non usiamo la cascata per lavarci?” L’idea piacque subito, e senza pensarci troppo io e Luca ci infilammo sotto l’acqua, subito sopraffatti dalla potenza del getto. Con movimenti alterni entrando e uscendo dalla cascata, il fango rapidamente scivolò via dai nostri corpi, mentre urlavamo per contrastare la forza che ci toglieva il fiato. Simone, ancora in pantaloncini, subito esitò per via della potenza del getto, poi anche lui eccitato dall’esperienza che noi stavamo vivendo con gran divertimento, in un balzo ci raggiunse. Ma il destino, o meglio la forza della cascata, fece il suo corso: l’acqua con la sua energia gli fece scivolare rapidamente ai piedi l’unico indumento che indossava. Ridendo a crepapelle, lui accettò l’inevitabile, unendosi a noi in quella che sembrava una sorta di battesimo nudista. Sotto la cascata, tra le risate e le sensazioni intense dell’acqua fredda sulla pelle, ci sentimmo incredibilmente vivi. Era come se la natura ci avesse accolti nel suo abbraccio, regalandoci un momento di pura libertà. Quella giornata si concluse con una consapevolezza condivisa: la natura ha il potere di spogliarci non solo dei vestiti, ma anche di ogni barriera, riportandoci alla nostra essenza più autentica.

Commenti
09-02-2025 10:12
Anche in un semplice bosco o torrente dietro casa si può trovare un contatto intenso con la natura specialmente se ci si spoglia di tutto, indumenti e stress. Mi è capitato nella vicina val trebbia
Marge

09-02-2025 10:20
Certo, spogliarsi di tutto aiuta di conseguenza a liberarsi dallo stress. Basta davvero poco, un ruscello, un rivolo d’acqua dove passeggiare a piedi nudi. Io l’ho fatto ieri sulla neve appena scesa.
Renaked


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