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di giannige 25/03/2011 00:29:06
NATURISMO E CRISTIANESIMO Ultimamente ho fatto un’esperienza che ha cambiato la mia vita, e mi sembra utile rendere partecipe la collettività del grande beneficio che ho avuto, anche per sfatare un tabù plurisecolare che incombe sulle coscienze dei cristiani: il rapporto personale e psicologico con la nudità. Sono un cristiano convinto, un cattolico praticante, ma anche, seppur da poco tempo, un naturista. Questo viene visto da molti come una contraddizione (anch’io la pensavo così), e io voglio scrivere queste righe per dimostrare il contrario. Per far questo devo però spiegare la mia situazione precedente e come vivevo e gestivo la mia vita sessuale. Educato com’ero ad una educazione cristiana in senso tradizionale, carica di tabù e falsi pudori, vedevo la nudità come qualcosa di peccaminoso, perché necessariamente collegata alla sessualità: se una persona è nuda davanti ad un’altra persona dell’altro sesso è segno che desidera o è disposta a fare sesso. Conseguenza di ciò era il fatto che ogni immagine di una donna, non necessariamente nuda ma anche semplicemente poco vestita faceva scaturire in me (e credo non solo in me) fantasie e desideri che, se non trovavano uno sfogo mi lasciavano insoddisfatto e frustrato, tanto che ero giunto a rendermi conto che arrivavo ad usare mia moglie come valvola di sfogo per certe esplosioni ormonali. Mi rendevo conto che la cosa era sbagliata, ma non sapevo che farci. Io ho poche cose di cui vantarmi nella vita, e una di queste è di non aver mai fatto le corna a mia moglie, ma, ahimè non posso dire di esserle sempre stato fedele: devo riconoscere di essere stato parecchie volte un adultero. Mi spiego meglio. Tutte quelle volte che ho cercato un rapporto con mia moglie spinto da una carica di testosterone acquisito dalla vista di una gonna vertiginosa, da un décolleté mozzafiato, da un perizoma che spunta da pantaloni a vita bassa, da certe pubblicità, da certi calendari… tutte quelle volte cioè che cercavo mia moglie non per quello che è lei, ma per quello che ho visto, quando cioè mi univo a lei fisicamente, ma con in mente l’immagine di un’atra donna, mi rendevo conto che era una forma di adulterio, ma non potevo farci niente, almeno così credevo. Lei mi diceva che è naturale, ma io come cristiano sentivo la necessità di confessarlo come peccato, e il confessore mi ha sempre detto che potevo confidare nella misericordia di Dio, e risposte del genere, che però non mi hanno mai soddisfatto più di tanto. A volte questa mia facilità all’eccitazione penso che rasentasse la perversione: bastava la vista del mio stesso corpo nudo (es. sotto la doccia) per sprigionare fantasie connesse alla situazione. Basta considerare che, a differenza dei miei colleghi, non ho mai fatto la doccia sul lavoro perché ho sempre temuto di avere un’erezione davanti a loro, il che mi avrebbe fatto morire di vergogna. Insomma, non si può dire che vivevo la mia sessualità con la dovuta serenità, al punto che più volte ho detto al mio confessore che vedevo la sessualità più come una maledizione che come un dono! Parallelamente mi sono anche sempre chiesto come fanno i naturisti a controllare le pulsioni sessuali che mi sembrava ovvio che nascono quando ci si espone nudi davanti a persone nude dell’altro sesso. Ho provato quindi ad indagare su Internet, e lì ho scoperto che dietro alla pratica del naturismo non c’è come credevo una cultura edonista; ho scoperto che un campo naturisti non è un’orgia legalizzata; ho scoperto che i naturisti non sono persone di facili costumi. Ho scoperto in definitiva che dietro al naturismo c’è una cultura, un’etica, una filosofia, che se analizzate più a fondo, mi sono reso conto che non contraddicono affatto con i valori cristiani. Qualcuno mi ha fatto notare infatti che Gesù sulla croce era nudo (e non con quel velo con cui viene rappresentato nell’iconografia tradizionale), ed era nudo pure durante il battesimo (seppure veniva fatto in pubblico, davanti a tutta la gente lungo il fiume). Inoltre ai tempi di Gesù, durante le gare sportive, gli atleti gareggiavano nudi negli stadi, e nessuna menzione a ciò viene fatta nei vari scritti del Nuovo Testamento. Inoltre ho letto che anche S. Francesco era naturista: si è denudato nella pubblica piazza quando decise di rinunciare ai suoi averi, ordinò di essere sepolto nudo, e altri aneddoti che ora non ricordo. Per contro ho considerato anche per esempio che il modo di vestire particolarmente castigato (esempio nell’800) di quando le gonne toccavano terra, non era immune da stimolazioni e fantasie: a quell’epoca bastava vedere di sfuggita una caviglia, che subito si provava eccitazione. Tornando a me, dopo tutte queste considerazioni, ho pensato che la soluzione al mio problema poteva essere giocare in contropiede, o prendere il toro per le corna (la miglior difesa è l’attacco). Allora mi faccio coraggio e provo a partecipare anch’io a questa esperienza, andando inizialmente a provare in un paio di spiagge libere nella mia regione. Non nego che la prima volta avevo una paura terribile: avevo paura di avere un’eccitazione incontrollabile, avevo paura che tutti mi guardassero e che quindi avrei patito una vergogna tremenda, avevo paura che vedendo qualche bella donna facesse scattare quei desideri e quelle pulsioni con le conseguenze menzionate prima… Invece niente di tutto ciò: già dal primo momento ho provato un senso di naturalezza, che veniva confermata ogni volta che giungeva in spiaggia qualcuno (compreso bambini!), che manco mi guardava. Anche dal punto di vista della mia temuta eccitazione, ho provato subito un rassicurante senso di autocontrollo, che ha comportato anche un forte senso di libertà: non solo la libertà fisica dalla stoffa che ti circonda e ti contiene, e neanche solo la libertà dai falsi pudori imposti dalla società, ma anche la libertà da un’istintività che prima di allora non riuscivo a controllare (o controllavo con estrema difficoltà, a spese di una serenità che ritenevo persa a causa delle mie pulsioni sessuali). Come esempio vorrei citare un piccolo aneddoto. Mi trovavo nudo sulla spiaggia, davanti alla presenza di alcune donne che, una per un verso, una per l’altro, non si può dire certo che erano donne da copertina, e questo mi faceva sentire abbastanza sicuro di me in merito al mio autocontrollo. Poi ad un certo punto è arrivata in spiaggia una giovane e bella donna, una di quelle che attirano lo sguardo a chiunque. Al che nasce in me una grande paura: e se adesso non riuscissi ad evitare l’erezione? Che figura ci faccio? Devo vestirmi di fretta e fuggire via! Prima che la donna si spogliasse (ha tergiversato qualche minuto parlando con le amiche già presenti e nel sistemare le sue cose personali), ho guardato in altre direzioni e ho pensato ad altro; quando poi lo sguardo è ricapitato verso di lei che nel frattempo si era denudata, inaspettatamente, non ho provato nessun’eccitazione da me tanto temuta, anche se indubbiamente potevo comunque valutarne oggettivamente la bellezza. Al ritorno, ripensando a questo episodio, stranamente mi sono accorto che non avevo neanche fatto caso ad alcuni particolari anatomici che di solito attraevano la mia attenzione davanti all’immagine di una donna nuda. Pensavo anche a che tipo di rapporto avrei avuto con mia moglie alla sera: come al solito dovrò "usarla" per sfogare la carica che ho acquisito nella giornata. Invece niente di tutto ciò: non ho sentito nessun bisogno di "sfogarmi", ma tutto ha mantenuto i ritmi e i tempi consoni alla nostra intesa. Oppure un altro aneddoto: un giorno ero andato con mia moglie in una spiaggia naturista, e una donna del posto mi invitò a seguirla nei sentieri retrostanti per farmi vedere come era fatta la struttura. Se solo due mesi prima qualcuno mi avesse detto che mi sarei trovato nudo con una donna nuda, soli nel bosco, mi sarei eccitato a